ASSIOMI DELLA COSMO-ART

ASSIOMI DELLA COSMO-ART
ASSIOMA N.1
Senza immaginazione non c’ è creazione.
La vita umana è una proprietà emergente della vita biologica che si è autocreata in milioni e milioni di anni. Si è creata perché qualcuno, a un certo momento della storia del pianeta Terra, prima l’ha immaginata, poi l’ha pensata e poi l’ha realizzata. Si è potuta creare, perché nei primi due miliardi di esistenza della crosta terrestre, miliardi e miliardi di batteri hanno immaginato e creato la fotosintesi, la capacitā di avere un codice genetico, la capacitā di respirare, la capacitā di muoversi, la capacitā di aggregarsi in organismi pluricellulari, ecc…ecc.. Questo solo per nominare alcune delle invenzioni più straordinarie che ci sono state prima che l’uomo apparisse e prima che la biosfera si formasse. Senza immaginazione non c’è e non puō esserci creazione alcuna e l’immaginazione è giā una dote dei batteri. I batteri immaginano, pensano, e creano. Per secoli l’uomo ha immaginato di poter volare e noi oggi voliamo. La fantascienza è frutto della immaginazione umana e certamente è stata di grande aiuto per la creazione dei voli spaziali, quelli attuali e quelli futuri. Ma tutte le invenzioni umane sono frutto dell’immaginazione. Così se ora, con il mito della cosmo-art, immaginiamo che sia possibile creare per l’uomo una vita immortale, immaginazione coltivata dall’umanitā in mille modi diversi, è certo che stiamo continuando a creare i presupposti perché un giorno l’immortalitā emerga come una proprietā emergente della vita umana. Chi ha immaginato per primo l’uomo? Non una sola causa ma tante concause fuse insieme nell’arco di un tempo lunghissimo. Forse è accaduto giā alle cellule eucariote quando hanno deciso di far emergere dalla vita unicellulare la vita pluricellulare. Chi ha immaginato l’esistenza di Dio o l’esistenza del karma o l’esistenza del Tao, ha creato il concetto di Dio e ha creato il concetto del karma e il concetto di Via e poi ha creato la credenza nell’uno e negli altri e senza queste credenze non si sarebbe mai creata la proprietā emergente della vita morale dei popoli. Oggi che questa vita morale è in piena crisi in Occidente, bisogna immaginare qualcosa di diverso per poterla ricreare dandole un respiro più ampio e totalmente nuovo. La cosmo-art ha immaginato la possibilitā di poter creare la bellezza seconda e l’immortalitā che è propria di questo tipo di bellezza. Ha anche immaginato la pluralitā dei mondi, ma questo giā l’avevano fatto Giordano Bruno e molti altri. Quello che č specifico alla immaginazione della cosmo-art è la possibilitā per l’essere umano di poter viaggiare da un universo all’altro, all’infinito, avendo prima creato la sintesi vivente di quattro valori fondamentali ma opposti tra di loro: verità, libertà, amore e bellezza. Il problema che la cosmo-art si pone è questo: è mai possibile che l’essere umano sia da meno dei batteri? Ma allora bisogna stimolare la nostra immaginazione come loro e più di loro. Perché senza immaginazione non c’è creazione.

ASSIOMA N. 2
L’arte è progresso illimitato e continuo.
Da sempre l’umanità si divide in due partiti: i conservatori e i progressisti. Da sempre la vita umana si sviluppa come conservata nell’utero e come espulsa dall’utero, e questo in progressione continua. La religione da sempre è conservatrice e non progressista. La scienza ha sempre avuto sostenitori conservatori e sostenitori progressisti. L’arte, per suo statuto interno, è sempre stata progressista ma spesso incontra nel suo cammino oppositori accaniti quando si presenta con un nuovo salto qualitativo. La cosmo-art è una proprietà emergente dell’arte e della dimensione artistica dell’essere umano e come tale è progresso all’infinito. La cosmo-art, per suo statuto interno, esige che l’essere umano esca completamente fuori dall’utero materno e fuori dall’utero cosmico e questo non è possibile senza un percorso artistico dialettico che comporti innumerevoli morti e rinascite all’interno di ogni vita umana. La nascita dell’uomo da qualunque utero è un progresso continuo e non può essere attuata con la sola nascita biologica perché ad ogni utero che perdiamo ce ne creiamo immediatamente un altro. Ci vogliono continue nascite e l’Io fetale, sempre presente e attivo dentro l’Io adulto, si oppone tenacemente al progetto dell’Io adulto di nascere, di crescere e di evolversi. Questa è una veritā che andrebbe sempre tenuta a vista. La cosmo-art e così pure la sophia-art sono arti esistenziali. Il progetto della sophia-art è quello di aiutare l’uomo a realizzarsi come artista della sua vita. IL progetto della cosmo-art è quello di aiutare l’uomo a realizzarsi come artista della vita dell’universo. La sophia-art crea la bellezza estatica. La cosmo-art crea la bellezza seconda. Come un tempo in Oriente si sono affermate le arti marziali e oggi sono molto diffuse anche in Occidente, adesso vogliamo immaginare che è venuto il tempo di affermare le arti esistenziali e di cominciare a diffonderle in Oriente e in Occidente. Questo sta giā succedendo in India, in Russia e nei Paesi Baltici per iniziativa dell’IPAE di Ascoli Piceno e della sua direttrice Gabriella Sorgi e in Europa per iniziativa degli Istituti della SUR e del Gruppo di cosmo-art dello IAPE di Roma. La cosmo-art non è una scienza e non è una religione, è un movimento artistico aperto a chiunque desideri farne parte.

ASSIOMA N.3
Ogni nascita dell’Io ha molteplici dimensioni. La dimensione più alta è quella che porta alla creazione della bellezza seconda.
Omero, l’autore dell’Odissea, sa quanto sia doloroso nascere e nascere per intero. Per questo ha immaginato il suo eroe Ulisse, quasi del tutto diverso da quello dell’Iliade, e l’ha chiamato, molte volte nel corso del poema, “l’uomo dai mille patimenti”. Quando Ulisse affronta un nuovo dolore è una nuova morte e una nuova nascita che affronta. Ogni sua nascita ha almeno una triplice dimensione: 1) è una nascita dall’utero materno 2) è una nascita dell’Io adulto dall’Io fetale 3) è una nascita dall’utero intracosmico verso un mondo ultracosmico, attraverso il campo di energia che è proprio della bellezza seconda. L’Odissea è un libro cult per la cosmo-art e non va letto solo come un poema che narra l’avventuroso ritorno di Ulisse ad Itaca ma come un libro sapienziale che racchiude al suo interno tesori di saggezza pari a quelli che, più o meno durante la stessa epoca (VII secolo a.c.), i poeti indų, quelli buddisti e quelli cinesi hanno concentrato nei loro sacri poemi. Il patto per la bellezza, il giuramento che ha portato i principi Achei a Troia, era un patto per la bellezza prima. Troia è stata espugnata ed Elena è stata riconquistata, dopo aver versato il sangue di molte vite. Ulisse, dopo la caduta di Troia, sollecitato da Atena e da Zeus, si è dato un altro patto, quello della bellezza seconda, ed è questo che lo ha riportato ad Itaca, l’isola della bellezza seconda, dopo una lunga e tormentata odissea, dove non è il sangue versato che conta ma la morte e la nascita dell’Io in continua trasmutazione. Tra la prima e la seconda bellezza c’è un abisso di differenza. Elena rappresenta la bellezza prima, quella che è sottoposta ai danni del tempo e della morte fisica. Penelope rappresenta la bellezza seconda, quella che non soggiace più alla morte ed è il frutto della fusione tra ying e yang. La bellezza prima è una proprietā emergente della natura e della vita cosmica (un bel volto, un bel paesaggio, un bel tramonto, un cielo stellato, ecc…); la bellezza seconda è una proprietā emergente della vita umana e della vita cosmica fuse insieme. Creare questa fusione è stato il vero compito di Ulisse e questa fusione non si compie senza dover passare attraverso mille patimenti. Il Quinto Teorema dice che una proprietā emergente è sempre frutto di una rete di sottosistemi che si fondono insieme per formare un sovrasistema. La proprietā emergente in quanto tale appartiene al sovrasistema e a nessuno dei sottosistemi singolarmente presi. La bellezza seconda puō emergere da un SE’ Corale ma non potrā mai emergere da un SE’ Personale che non si fonde con altri SE’ Personali per creare insieme il SE’ Corale.

ASSIOMA N.4
Non ogni immortalitā č felicitā.
Sulla scia di Platone, la religione cristiana e quella musulmana danno per certa l’immortalitā dell’anima ma, per garantire ai credenti, una immortalitā felice hanno associato immortalitā e perfezione morale. In Oriente e in Occidente, senza la ricerca della perfezione morale, all’uomo non è data alcuna possibilitā di godere felicemente della sua immortalitā. La ricerca della perfezione artistica, spesse volte assicura agli artisti una vita immortale ma non garantisce loro una immortalitā felice. Ciō perché l’immortalitā appartiene alle opere create nelle quali vive l’Io dell’artista e quest’Io perō, dopo la morte, non gode di nessuna felicitā. E’ l’Io dei fruitori che gode. L’ambizione della cosmo-art è quella di raggiungere, attraverso un nuovo tipo di perfezione artistica, una immortalitā basata sulla creazione della bellezza seconda e sul godimento di questa bellezza da parte di ogni Io che si incarna, prima, in un SE’ corale e, poi, nel campo di energia che è specifico della bellezza seconda prodotta dal SE’ Corale. Poiché la bellezza seconda è immortale ed è viva per sempre e l’Io è divenuto un tutt’uno con essa, per sempre la bellezza puō contemplare se stessa e godere di sé. La perfezione artistica che è propria della cosmo-art è composta dalla sintesi di apporti provenienti dalle più diverse perfezioni sin qui realizzate nella storia dell’umanitā e che ora perō vengono spogliate dei loro canoni tradizionali e trasformate quanto alle loro mete finali. Non ci interessa più una perfezione morale di tipo lineare dove, secondo i canoni tradizionali, non puō esserci posto alcuno per la presenza del male, né piccolo né grande né solamente immaginato o solamente pensato e poi agito. Questa perfezione ha creato i santi ma ha anche creato una schiera infinita di esseri alienati e di ipocriti che solo perché pensano di essere perfetti questo basta loro per pretendere di essere tali. Vogliamo invece una perfezione di tipo dialettico che comporti l’accettazione, nel cammino di ogni essere umano, della presenza contemporanea del bene e del male, del conflitto tra l’uno e l’altro e poi non l’eliminazione dell’uno o dell’altro ma la trasformazione e la sintesi dell’uno con l’altro. Quanto ai valori ne preferiamo quattro in particolare: Veritā, Libertā, Amore e Bellezza, valori che presi a coppia sono opposti tra di loro e pochi sinora se n’erano accorti. E’ nuova la ricerca di creare una sintesi tra ogni coppia di questi valori e questa sintesi č un’opera d’arte che richiede tenacia, coraggio, creativitā e percorsi dialettici che non sono ammissibili dalla perfezione morale sin qui conosciuta. Dalla ricerca della perfezione alchemica abbiamo appreso la necessitā della continua trasmutazione dell’Io ma essa ora è affidata soltanto alla fedeltā alle leggi della vita e all’ascolto del SE’ Personale e del SE’ Corale e non più ai canoni alchemici che erano conosciuti solo da pochi eletti. Dal modo cooperativo e sistemico con cui la Natura e il Cosmo perseguono la perfezione abbiamo appreso la necessitā di cercare una perfezione corale la quale esige la creazione di un unico organismo vivente composto da parti che prima erano estranee tra loro e dopo sono tutte connesse tra loro mediante una continua e complessa causalitā circolare. Riassumendo, la perfezione artistica che č propria della cosmo-art č composta dalla sintesi di varie perfezioni fuse insieme. E’ una perfezione che č dinamica e non statica; una perfezione che insieme č e insieme diviene. E’ una sintesi di perfezione morale (perché include una ricerca di valori che sono opposti tra di loro: amore, libertā, veritā e bellezza) con una sintesi di perfezione alchemica (perché esige la continua trasmutazione dell’Io, a partire dall’Io embrionale e fetale) con una sintesi di perfezione artistica (perché esige la creazione di un’opera d’arte, quale č la vita come opera d’arte e la creazione della bellezza seconda e l’arte esige la perfezione) con una sintesi di perfezione corale (perché esige la creazione di un unico organismo vivente composto da persone estranee tra di loro) e con una sintesi di perfezione naturale, di perfezione umana e di perfezione cosmica, che favoriranno lo sviluppo di potenzialitā umane che non conosciamo ancora e si riveleranno in futuro. Questa sintesi, che è una rete di sintesi di vari sistemi, non è stata ancora proposta da nessuno e ad esaminarla bene si rivela che è molto ardua e che non è una meta che un individuo possa raggiungere da solo. Che s’intende per “perfezione”? Per le religioni dell’Occidente, la perfezione è uno stato dell’anima e per conquistarlo bisogna raggiungere la totale purificazione dell’anima da qualunque colpa, grande o minima che sia. Per le religioni orientali, la perfezione consiste nel totale distacco dall’Ego e dalla mente e da qualunque presenza karmica che rende sporca e impura l’anima. Per le religioni, l’anima è immortale per sua natura e si ha o perchč č creata da Dio ovvero perché esiste come monade sin dall’eternitā. Per il Buddismo, Dio non esiste e l’anima neppure ma, per molti buddisti, quest’ultima è una questione controversa. Il Buddismo è sorto nel 600 a.c. e, nel corso dei millenni, è stato interpretato dai suoi seguaci in vari modi diversi. La perfezione consiste nel raggiungere il Nirvana o l’Illuminazione. Per gli alchimisti, la perfezione consiste nel saper passare attraverso tutti gli stadi che sono necessari per raggiungere la creazione dell’opus ( =la trasformazione del piombo in oro), dall’opera al nero all’opera al bianco e al rosso (nigredo, albedo, rubedo). La coniunctio oppositorum e le nozze mistiche tra il re e la regina sono un altro modo di descrivere il raggiungimento della perfezione alchemica. Per gli artisti, la perfezione č saper raggiungere in un’opera la totale armonia delle parti; saper racchiudere l’universale nell’individuale; saper trasmutare l’essenza e l’esistenza delle cose; saper creare una forma di vita che in natura non esiste, una forma di vita da incarnare nell’opera d’arte e che, una vota incarnata, non è pių soggetta alla morte a differenza di tutte le altre forme di vita che esistono su questo pianeta e su questo universo. Per la natura, si puō dire che la perfezione consista nella capacitā di assemblare insieme le cose pių disparate e di renderle capaci di una totale cooperazione tra loro per poter creare organismi viventi, capaci di evolversi e di avanzare verso una sempre maggiore complessitā. Per la cosmo-art, la perfezione consiste nella capacitā dell’Io di saper creare nella propria vita la sintesi degli opposti, man mano che essi si presentano; nel saper creare la fusione di valori che sono opposti tra loro e cosėì darsi un’anima che sia immortale; nella capacitā dell’Io di saper entrare con interezza in un percorso dialettico dopo essersi svincolato dalla gabbia infernale della mente che conosce solo percorsi lineari. Nella capacitā dell’Io di saper trasmutare l’essenza e l’esistenza dell’Io, portandolo da una identitā inferiore a una identitā superiore, da una identitā acquisita a una identitā sconosciuta, secondo le indicazioni del SE’ e delle leggi della vita per poter arrivare a creare la bellezza seconda, la bellezza che non muore mai. Secondo la cosmo-art, la perfezione non č uno stato a cui tendere ma una serie di eventi da creare; eventi trasformativi che sono frutto di un lungo cammino e che possono realizzarsi, date le opportune condizioni, anche in un solo istante e in maniera del tutto imprevedibile, attraverso l’agire non di una causa lineare ma di una causa circolare e non di una sola causa ma di una molteplicitā di cause. A volte basta, un solo evento, a volte ci vogliono tanti eventi, uno ogni volta che la vita ci mette di fronte a un bivio e bisogna saper fare la scelta giusta. Dove sta la felicitā in questa nuova prospettiva? La Vita gode della sua creazione mentre la compie. L’artista gode della sua creazione mentre la realizza. I cosmoartisti godono della vita che creano quando creano la bellezza seconda e si incarnano in questa nuova vita che è insieme eterna ed immortale. Questo godimento è corale e individuale al tempo stesso; è presente nel tempo di questo universo e va al di lā di questo tempo quando naviga da un universo all’altro ed entra nel tempo degli altri universi. La bellezza seconda è un campo di energia, creato da due o più soggetti fusi insieme (una coppia Io-SE’, Io-Tu o un gruppo: Io-gli Altri) che, una volta creato, vive per sempre e gode per sempre della nuova vita che possiede e in esso vivono e godono per sempre i soggetti che l’hanno creato. La coppia Io-Tu non è solo quella composta da un uomo e una donna ma anche quella che è formata da due persone che si fondono insieme attraverso l’amicizia come decisione: v. “Scent of a Woman” con i personaggi di Slide e Charlie, “Le ali della libertā” con Andy e Red, “Scoprendo Forrester” con Forrester e Jamal.

ASSIOMA N. 5
Ci possono essere mete giuste contenute entro modalitā sbagliate.
Col passare del tempo, molti modi con cui l’umanitā ha immaginato il raggiungimento dell’immortalitā degli esseri umani si sono rivelati sbagliati ( per es. il modo come i faraoni hanno immaginato la loro vita immortale). E tuttavia, coloro che li hanno inventati, in una cosa non si sono sbagliati: nel tenere viva negli uomini la ricerca dell’immortalitā. Ugualmente un giorno potrebbe accadere che il modo di raggiungere l’immortalitā proposto dalla cosmo-art si possa rivelare anch’esso in qualche modo sbagliato. Al momento attuale la cosmo-art è un mito da creare e non una veritā scientifica accertata. Ciononostante alcune cose tra quelle proposte dalla cosmo-art non saranno mai sbagliate: a) l’apertura mentale su orizzonti infiniti ancora da immaginare; b) il passaggio evolutivo dall’arte alla cosmo-art e il nuovo significato dell’arte; c) la preferenza accordata ad alcuni valori piuttosto che ad altri, in particolare a quello della bellezza: il valore in cui si fondono tutti gli altri valori e diventano un solo e unico valore; d) l’aver dato al dolore un senso che non era mai stato dato da nessuno prima d’ora; e) l’aver dato una nuova finalitā alla formazione dell’Io sociale che è quella della creazione di un unico organismo vivente realizzato con la cooperazione e l’unificazione di molti individui estranei tra di loro; f) l’aver dato a tutti gli esseri umani la fiducia sull’esistenza del loro potere creativo artistico (che non è più solo appannaggio degli artisti professionisti); g) l’aver inserito tra l’Io e il Cosmo la causalitā circolare come mezzo dell’evoluzione dell’uno e dell’evoluzione dell’altro; h) l’aver creato una nuova visione cosmologica e una nuova cornice in cui inserire la vita umana; i) l’aver creato un ponte tra la vita intrauterina, la vita intracosmica e la vita ultracosmica; j) l’aver dato all’uomo un posto come co-creatore, accanto all’Universo, di una forma di vita che senza l’uomo l’Universo non si puō dare.

ASSIOMA N. 6
QUANDO NASCO IO ? *
La VITA esiste sin dall’eternitā, perché se esiste qualcosa non puō mai essere esistito il nulla, e continuerā ad esistere in eterno in virtų del principio di causalitā circolare. La VITA produce energia che si condensa in materia e materia che si trasforma in energia, in un ciclo continuo e inarrestabile anch’esso basato sul principio di causalitā circolare. La VITA è come un fiume che scorre incessantemente. Un fiume si genera in virtù della causalitā circolare che porta l’acqua al mare e dal mare la riporta alle nuvole e dalle nuvole la riporta al fiume. La quantitā dell’acqua sul pianeta terra è quella che è, da sempre. Per quanto ne sappia, considerando i ghiacciai come acqua, non è mai aumentata e non è mai diminuita. Nel fiume si sviluppano infinite forme di vita. Ogni forma di vita è una proprietā emergente della VITA. Io sono una forma di vita, dunque io sono una proprietā emergente della VITA e, come tale, ero contenuto nella VITA sin dall’eternitā. Che poi Io sia apparso, nella mia forma specifica, in un dato momento della storia della VITA, questo non toglie nulla alle mie origini eterne. La neve ha origine dal vapore acqueo condensato in nuvole. La neve è una proprietā emergente dell’acqua. L’acqua ha origine da un composto di idrogeno e ossigeno. L’idrogeno si è formato subito dopo il Big Bang; l’ossigeno invece ha un’origine successiva. Non esiste un fiocco di neve che sia identico all’altro. Ogni cristallo di neve ha una forma unica e irrepetibile. Un fotografo americano, di nome Bentley, ne ha fotografato in cinquanta anni più di seimila ed erano tutti diversi l’uno dall’altro. Gli scienziati studiano secondo quali leggi avvenga questo fenomeno ma esso resta ancora avvolto in un fitto mistero. Ogni essere umano è unico e irrepetibile. Come un cristallo di neve è contenuto nella sua forma unica e straordinaria nella potenzialitā dell’acqua, cosė ogni essere umano è contenuto nella sua forma unica e straordinaria nella potenzialitā della VITA. L’universo attuale, dicono gli scienziati, esiste da 15 miliardi di anni circa e, dicono pure, che esso era tutto contenuto, come proprietā emergente, nella singolaritā che è esplosa con il Bing Bang. Io faccio parte di questa storia di miliardi di anni. L’universo fa parte di una storia ancora più grande e io con lui.
* (Non si tratta dell’Io dell’autore ma di qualunque Io).

ASSIOMA N. 7
QUANDO MUOIO IO ?
Ogni fiocco di neve si scioglie sotto i raggi del sole e ridiventa acqua. L’acqua rientra nel ciclo continuo della materia che diventa energia e dell’energia che si condensa in materia. L’acqua rientra nel ciclo della VITA senza dover fare fatica alcuna. Ma se qualcuno fotografa un cristallo di neve, prima che la neve si sciolga, quel cristallo vive di vita propria su un supporto di celluloide o su un supporto digitale. Questo non accade senza che qualcuno si affatichi per predisporre tutto ciō che è necessario per fotografare un cristallo di neve. Riuscite a immaginare quanta fatica ci vuole per isolare un cristallo di neve dal suo fiocco e poi fotografarlo? Ogni cristallo è fatto di materia e di energia. La materia è l’acqua. L’energia è la forma del cristallo; ed è la forma che ha creato quel cristallo. Ogni corpo umano che diventa cadavere si dissolve e rientra nel ciclo della vita biologica, senza dover compiere fatica alcuna. Ma un essere umano non è composto di solo corpo. Nel corpo, c’è una materia fatta di atomi e un’energia fatta di zuccheri. Questa materia e questa energia sono quelle che, alla morte, si dissolvono nel ciclo biologico. E poi c’è un’energia particolare che è la forma dell’Io che inerisce a ogni singolo corpo e che è la forma che ha creato quel dato Io e quel dato corpo. Qui le religioni si sbizzarriscono per dire, ognuna a modo loro, di che cosa è fatta questa forma e se questa forma è effimera o è immortale. Le religioni che dicono che la forma è immortale e che si chiama anima, sono quelle che sinora hanno avuto più successo nella storia. Fa sempre piacere sapere di avere un’anima immortale, sia che venga destinata al paradiso sia che venga destinata all’inferno, perché questo vuol dire che, una volta nato, io non morirō mai. Secondo la cosmo-art, la forma conviene chiamarla Io e l’Io è effimero o immortale, a seconda che l’Io accetti o meno di faticare, insieme ad un SE’ Corale, per darsi un’anima che sia immortale. Alla nascita l’Io è dotato di un’anima che è mortale (anima vegetativa, anima sensitiva, anima razionale) ma è anche dotato di una energia creativa con la quale puō, giorno dopo giorno, trasformare la sua anima mortale in un’anima immortale; un’anima la cui essenza è fatta di bellezza prima trasformata in bellezza seconda, una bellezza che non muore mai. Siamo come pittori che riceviamo tutti una tela e questa tela, di per sé, è banale ed è mortale. Ci sono pittori che sanno trasformare questa tela in un’opera d’arte immortale (e nessuno più pensa alla tela che sta sotto il dipinto) e ci sono pittori che non sanno dipingere e, invece di dipingere, riescono solo a sporcare la tela e, logicamente, essa non diventerā mai immortale. Quella tela che doveva servire per creare bellezza è diventata un lenzuolo che avvolgerā un cadavere. Questo concetto dell’anima che, vincendo la morte, diventa immortale è stato sviluppato con particolare cura nel 1° Laboratorio di cosmo-art dove abbiamo lavorato con l’aiuto del film “Scent of a woman” del regista Martin Brest. Quando muoio Io? Se Io insieme a un SE’ Corale creo bellezza seconda, non morirō mai e, se non ne creo nessuna, il mio Io si dissolverā insieme con il mio corpo. E’ triste ma è così. Non tutti gli ovuli né tutti gli spermatozoi che sono creati in natura concorrono a creare una vita e non tutte le vite che sono create si sviluppano fino a raggiungere la maturitā e la pienezza. Bisogna darsi da fare. Per questo ci è stata data la vita, per questo ci č stato dato il dolore, per questo ci è stata dato il sapere, la creativitā, la saggezza e l’arte. Nel caso in cui l’Io muoia insieme con il corpo non muore perō la causalitā che è stata creata da una esistenza umana inserita nella vastitā della causalitā circolare che muove questo universo (e ne fa la sua storia). Una vita, dunque, con tutto ciō che ha creato e che ha distrutto, conserva sempre un suo significato anche se resta circoscritto solo allo spaziotempo di questo universo. Ma noi vogliamo di più. Vogliamo l’immortalitā dell’Io e l’immortalitā dell’Io si crea soltanto con la bellezza seconda.

ULTIMA CONSIDERAZIONE FINALE
A che servono questi assiomi? A chiarire meglio cos’è la cosmo-art e a dare una mia risposta personale alle domande che gli esseri umani costantemente si pongono sulla vita e sulla morte e non sono contenti delle risposte che hanno trovato sin qui.

Antonio Mercurio

Nota: tutto il testo pubblicato in questa pagina è tratto dal libro:
A. Mercurio, “Teoremi e Assiomi della Cosmo-Art”, Ed. Sur., Roma, 2004 – Qui pubblicato su gentile concessione dell’Autore. E’ vietata ogni riproduzione, anche parziale, senza il consenso scritto dell’Autore e dell’Editore.
Per maggiori informazioni o per acquistare il libro, clicca qui